LETTERA DI NOVEMBRE: Mese della Fondazione Rotary (TFR – The Rotary Foundation)

Cari Amici del Distretto Rotary 2072,

nelle culture celtiche nei primi giorni di novembre si celebrava il Samain, l’antico capodanno, che avveniva dopo la notte dei festeggiamenti per la fine dei raccolti, la chiusura delle semine, il ritorno dai pascoli del bestiame, la vinificazione. La cristianizzazione dei culti pagani sancì un determinante passaggio stagionale, che in realtà non era un solo appannaggio celtico, ma addirittura precedente. Infatti l’onore al dialogo vivi-defunti che ora si semplifica mediante l’esposizione di zucche svuotate con l’incisione di un teschio illuminato da una candela all’interno, in realtà trova precedenti antichissimi in vari luoghi d’Italia. Ma, allora come ora, le foglie sui rami degli alberi ingialliscono, virano il loro verde verso il marrone, colore dell’autunno, per poi cadere a terra. Come ci racconta Claudio Widmann, presidente della Commissione Distrettuale per la Formazione, in un suo bel libro sul simbolismo dei colori (2000), questa particolare sensazione autunnale può suggerire un parallelo tra il marrone come colore della terra e la figura archetipa della madre. Da qui collega certi di tipi di «vissuti di accoglienza, di protezione, di tranquillità», alla piacevole sensazione quando si sperimenta «l’appartenenza a un circolo, a un club, a un gruppo». Queste parole mi hanno ricordato le gioiose confessioni che i nuovi soci mi hanno fatto partecipe durante le visite ai club. Il Rotary club è vissuto da loro come un luogo in cui si viene accolti bene, senza pregiudizi, in cui si sperimenta l’amicizia tra i soci e si scopre come questa costituisca il naturale tessuto connettivo in grado di costruire le migliori condizioni per l’ideazione dei service, che rappresentano il tratto distintivo, ben oltre la beneficienza, del nostro essere rotariani. Ovviamente ci vuole anche l’ integrità personale, unita alla capacità di guida e di inclusione per comprendere e affrontare le diversità del mondo.

Novembre, nono mese del calendario romano, ci offre molti spunti di riflessione. Crisantemi e cipressi divengono più familiari, molti club del Distretto officiano messe in onore di chi ci ha lasciato, il giorno 11 è l’Estate di San Martino, come ricorda Giovanni Pascoli in Myricae, ma anche il Remembrance Day, che da noi si tiene il 4 del mese e quest’anno reca con sé i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale (WWI), dove mio nonno al pari di tanti altri divenne mutilato della Grande Guerra. Se la prima area di intervento della TFR è la Pace e la prevenzione e la risoluzione di conflitti, ognuno di noi forse potrebbe cogliere l’occasione per pensare a come costruire un mondo di pace dentro di sé, nella famiglia, nel Club, nelle comunità vicine e lontane.
Ricordiamo altre due date. Il 23 novembre sono 95 gli anni della fondazione del Rotary Club di Milano, primo club in Italia, che modellò la meravigliosa idea di Paul Harris secondo un timbro elitario, diversamente dal tratto democratico dell’originaria versione americana, come ci racconta Widmann nel suo libro Rotary Ideale, distribuito a tutti i presidenti di questa annata rotariana. Il 25 novembre si celebra inoltre la Giornata contro la violenza di genere, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, conosciuta anche come Orange Day, o, soprattutto in Italia, delle Zapatos Rojas, dall’idea di Elina Chauvet.

Buon Rotary a tutti,

Paolo

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